La scuola è di tutti
Si ricomincia! O meglio la scuola prova a ricominciare tra mille difficoltà.
Mi scuso in partenza, perché non è nel mio stile lamentarmi ed essere negativa, è una condizione che proprio non mi appartiene, ma vi chiedo di prendere questo articolo come una denuncia, una richiesta di chiarimento.
Lo sappiamo tutti infatti che i Presidi ce la stanno mettendo tutta per far ritornare gli alunni in classe cercando di garantire il massimo della sicurezza, adottando orari e ingressi scaglionati, l’utilizzo di mascherine e altri presidi sanitari, misure di distanza nelle aule e quanto altro avrete avuto modo sicuramente di sentire o leggere in questi giorni.
È anche vero però che c’è malumore nell’aria, soprattutto perché c’è stato un grande sforzo per rimettere in moto questa macchina così complessa e grande che già dopo qualche giorno è costretta ad entrare nei box per il referendum e le elezioni regionali.
Un’idea che noi comuni mortali non riusciamo a capire, sembra quasi che chi ha preso questa decisione sia scollegato dalla realtà. Non amo mai banalizzare le questioni perché sicuramente, e lo spero, ci saranno motivazioni valide per questa decisione, ma una spiegazione magari aiuterebbe a capire meglio una realtà che per ora ha del paradossale.
Nonostante tutto, vedo una comunità che sta facendo un grande sforzo, anche con entusiasmo, per permettere ai propri figli di riprendere in mano la propria vita, le proprie relazioni e quindi il proprio futuro.
Sì, credo fermamente nel potere dell’istruzione, come unica arma per costruirsi non solo un domani ma anche la propria identità.
Ma come sarà il rientro a scuola per le cosiddette fasce protette?
Eh già, l’istruzione dovrebbe essere un diritto per tutti e invece dover rimarcare che ci sono alcuni alunni che avranno più difficoltà di altri, lascia capire che qualcosa è andato storto anche questa volta.
È un dispiacere enorme per chi, come me, crede fermamente nella Costituzione e nei valori che questa promuove e tutela, sentire i racconti di famiglie che hanno ragazzi con disabilità essere lasciate sole, anche in questo periodo particolarissimo.
Queste famiglie affrontano da sempre tante difficoltà anche per vedere riconosciuti ai propri figli i diritti più elementari, e del resto chi non farebbe di tutto per la serenità dei propri figli?
Lo vediamo anche in questi giorni dove, in particolare noi mamme, ci siamo affannate per capire le condizioni in cui avrebbero fatto rientro a scuola i nostri figli ed eravamo pronte, nel caso qualcosa non fosse stato di nostro gradimento, a fare la rivoluzione.
Giustamente, è nostro compito tutelare e proteggere i nostri figli, ma perché ci sono mamme che devono da sempre lottare come delle guerriere anche solo per poter permettere al proprio figlio di tornare a scuola?
Perché in 3 mesi la scuola non ha pensato a loro? Non bisognerebbe, magari per una volta, andare al passo di chi fa più difficoltà?
Soltanto io trovo inconcepibile che il primo giorno di scuola NON lo sarà per tutti, perché ancora non sono stati assegnati gli insegnati di sostegno a chi ne ha bisogno, anzi diritto?
Ma perché??
Non riesco a comprenderlo!
O meglio se qualcuno ha il coraggio, spiegatelo alle famiglie che, dufcrante questo particolare periodo legato al Covid, si sono fatte nuovamente e completamente carico dei propri figli, senza respiro, da sole e con quella resilienza che fa sembrare semplice e scontato il loro operato ma che tale non lo è.
Spiegate loro perché i propri figli non possono tornare a scuola insieme agli altri? PERCHE’?
Mi rivolgo alle Istituzioni, in particolare al Ministero dell’Istruzione, provate a fare qualcosa di concreto, non riduciamo tutto ad una mera questione economica e non lasciamo sole le Regioni, i Presidi e gli Istituti comprensivi.
Magari tutti insieme, fate sentire forte e chiaro il sostegno reale a questi bambini, ragazzi, famiglie. Forse se ci pensate un attimo è il più bell’insegnamento che si potrebbe dare a tutti gli alunni.
Si parla sempre di spiegare ai ragazzi il valore della diversità, dell’accoglienza ma come farlo se per primi vivono sulla propria pelle che già dalla scuola ci sono differenze, e per giunta è la stessa scuola che per prima fa queste discriminazioni?
L’esempio come sempre è l’insegnamento più vero e importante che un alunno possa ricevere, è anche il più difficile, ma bisogna pur cominciare prima o poi, e sarebbe davvero arrivato il momento!
Le parole insegnano, gli esempi trascinano.
(Sant’Agostino)