Fremente attesa

 In Interviste

Siamo in trepidante attesa che su Italia Uno venga mandato in onda il servizio de ‘Le Iene’ sul Microbiscottificio Frolla.  L’arte di saper aspettare rende tutto più bello e magico ma per non sfociare nel logoramento si è pensato di colmare questo buco con un nuovo artico del Frolla blog.

Torna infatti, dopo una pausa, l’appuntamento con il Frolla blog e riparte proprio con una intervista alla bravissima e simpaticissima “Iena” che è venuta a trovarci da Frolla, la giornalista Alice Martinelli.

Grazie Alice di questa intervista, sappiamo tutti che il tempo è la risorsa più scarsa che abbiamo quindi davvero grazie per questo spazio che ci regali e andrei subito al sodo.

Partirei proprio dal motivo del nostro incontro, cioè Frolla, come hai conosciuto questa realtà? Come mai proprio loro per un servizio de Le Iene?

Con la redazione de Le Iene, stiamo lavorando al terzo servizio che si occupa di inclusione lavorativa. Abbiamo già fatto due servizi su questo tema che sono andati in onda a giugno e a novembre dell’anno scorso e siccome hanno avuto tanto riscontro e la tematica ci sembra importante, abbiamo deciso di farne un terzo.

Nel pensarlo, abbiamo cercato delle realtà che funzionassero veramente, nel senso che volevamo raccontare storie belle, televisivamente parlando, ma soprattutto concrete.

Quello che vorremmo far passare con questo servizio (e coi precedenti) è il fatto che queste realtà di inclusione non dovrebbero essere esperimenti ma buone pratiche, dato che sul territorio ce ne sono di valide. Cercare di esportarle e far sì che dal punto di vista nazionale, ci sia una possibilità per tutti.

Nel caso di Frolla, Jacopo e Gianluca si sono rimboccati le maniche, hanno messo insieme le loro competenze e le loro passioni per realizzare questo progetto, oggi così bello e funzionante.

In Italia, si parla ancora troppo spesso delle persone disabili con l’occhio di chi pensa – ‘oh poverini’, col pietismo insomma e ciò si rispecchia anche sul lavoro e su tutte le attività che riconosciamo per queste persone, come se bisognasse avere un occhio di riguardo. In realtà non è così, per capirci, i ragazzi che ho incontrato da Frolla sono lavoratori a tutti gli effetti. Ognuno lavora nei suoi modi e tempi.

Quello che Frolla, mi sembra, ci stia insegnando è che a tutti gli effetti si parla di impresa.

Quindi tornando alla domanda, li ho conosciuti perché mi sono fatta dare una mano dalla nostra redattrice Anastasia e le ho detto – ‘Anastasia aiutami a cercare, fai un check online di quello che trovi e che pensi possa piacere’ – e lei mi ha mandato varie cose, tra cui Frolla.

Guardando le varie opzioni, Frolla mi è sembrata subito molto valida, il biscottificio mi ha letteralmente rapita, poi il pulmino (NdR Frollabus) è stato la ciliegina sulla torta e quindi abbiamo deciso di venire a conoscere le persone che ci lavorano.

Una volta al biscottificio, le aspettative sono state rispettate?

Sì, assolutamente sì. Tra l’altro non mi piace molto parlare di interviste perché quello che alla fine ho fatto è stato semplicemente passare del tempo insieme e conoscere le persone che poi saranno le protagoniste del nostro servizio.

Insieme non abbiamo fatto altro che fare… i biscotti!

Anch’io ho tentato di fare del mio meglio, ma ammetto di averne probabilmente mangiati più di quanti prodotti (NdR: ridiamo insieme).

Nel primo servizio di giugno 2021, avevamo raccontato di una cooperativa sociale che aveva licenziato una serie di persone che lavoravano lì. Molte di queste persone con diverse disabilità ci raccontarono che però nel tempo le loro mansioni erano diventate sciocche, tipo strappare la carta. È ovvio che se tu metti una persona a strappare la carta, non parlerei tanto di inclusione, no? Non è gratificante e non essendo gratificato ovviamente non sei produttivo.

Una persona gratificata e soddisfatta del proprio lavoro è una persona che lavora bene! Sono concetti che come vedi valgono sempre, per qualsiasi realtà.

Quindi il messaggio che ci piacerebbe passare con Frolla è che ognuno ha le sue velleità (sia disabili che normodotati).

In passato ho intervistato Marino Bottà, il direttore generale dell’ANDEL (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro), una persona davvero intelligente e che conosce benissimo il mondo della disabilità. Mi ha raccontato un episodio capitato a lui. Gli chiesero infatti come poter inserire nel mondo del lavoro una persona sordo muta. Perché uno pensa che non sentendo, non parlando questa persona non riesca a fare nulla, ed invece Marino ci raccontava che le persone sordo mute hanno un carattere volitivo, sono molto caparbie e concentrate, quindi Marino diceva testualmente “è sempre un ottimo affare l’acquisto di un sordomuto”.

E la coincidenza ha voluto che da Frolla ho conosciuto Ileana, una ragazza sordomuta.

È stata proprio una bella giornata, mi sono sentita accolta e l’atmosfera che si respirava era quasi magica.

I ragazzi ci hanno spiegato qual era il lavoro di ciascuno, i procedimenti, il funzionamento della macchina, dell’impastatrice, i tempi di attesa del forno, la stampante 3D (che secondo me è una cosa molto figa perché velocizza i tempi e può essere usata da chiunque). Insomma un esempio di vera inclusione.

Insomma a me è piaciuto davvero molto e spero che quando andrà in onda il servizio, il messaggio passi… anzi non è una speranza, ne sono sicura!

Raccontaci un po’ di te e della tua professione di giornalista.

Sono una giornalista professionista, iscritta all’albo, ho iniziato questo lavoro nella carta stampata, facendo cronaca al Secolo XIX (quotidiano di Genova) e coprendo alcune aree della città come corrispondente.

Poi ho iniziato a lavorare in televisione con Santoro, che mi ha scelto tra una lista di candidature dalla scuola di giornalismo. È stata la mia prima esperienza televisiva, ho fatto poi ‘Servizio Pubblico’ e ‘Anno 1’ sempre con Santoro, poi ‘In Onda’ e ‘La Gabbia’ su LA7 tutte le sere prima della prima serata. Dal 2017 sono a Le Iene. Questo, in breve, il mio percorso lavorativo.

Quindi ormai ti senti una Iena.

Sì, ma sono una Iena buona. (NdR: ridiamo insieme).

‘Le Iene’ sono un bellissimo posto dove stare, perché puoi spaziare su servizi di diverso tipo. Magari in altre trasmissioni non avremmo potuto parlare di inclusione lavorativa dei disabili, semplicemente perché sono talk politici. Quindi si parla in base all’agenda politica della settimana, adesso ad esempio c’è il tema del Quirinale quindi sai dal punto di vista dei temi da trattare hai dei limiti.

Invece qua a ‘Le Iene’ hai molta libertà di proporre, di variare nei contenuti, di approfondire e così si fanno delle belle inchieste. Questo senza nulla togliere ai lavori che ho fatto prima, tutti sono stati passaggi di un percorso che mi ha portato dove sono ora.

Adesso sto molto bene dove sto, è un lavoro molto impegnativo ma mi diverto anche molto. Nonostante siamo in una TV privata, spesso i servizi sono di utilità pubblica, proprio come questo di Frolla.

A proposito, qual è stato il servizio o i servizi che per varie ragioni non potrai mai dimenticare?

Devo essere sincera, ce ne sono minimo tre.

Il primo che mi viene in mente è stato breve però molto particolare. Abbiamo consegnato un pezzo di Parmigiano Reggiano al Segretario di Stato Americano.

Il servizio ha fatto il giro del mondo perché lui era in visita in Italia ed era il periodo in cui gli Stati Uniti stavano per mettere i dazi sulle esportazioni, per cui tutte le eccellenze italiane avrebbero avuto difficoltà ad essere esportate.

Così siamo andati a consegnare il Parmigiano durante un cerimoniale con Conte (l’allora Presidente del Consiglio) che si è un po’ arrabbiato. In realtà glielo volevamo consegnare perché convinti che se avesse assaggiato il formaggio non ne avrebbe fatto più a meno e quindi magari avrebbe rivisto la posizione sui dazi.

Un altro servizio che mi viene in mente che ha veramente fatto il botto è stato quello in cui abbiamo fatto arrestare un ginecologo di Bari di fama internazionale, attualmente sotto processo perché proponeva alle sue pazienti di avere rapporti sessuali con lui. Si professava vaccinato al Papilloma virus e di poter bonificare, quindi guarire, le donne che andavano a letto con lui.

Questo è sicuramente un servizio che non dimenticherò mai, un po’ per la storia di queste donne, un po’ per l’incontro con lui che, ci saremmo aspettati, scappasse via quando sono entrata nella stanza dove lui stava per bonificare una paziente, ed invece è stato più di un’ora lì, cercando di convincermi della bontà di quello che proponeva.

E poi abbiamo fatto arrestare un pedofilo, un adescatore di minorenni su segnalazione di una mamma che ci segnalò un signore anziano che su Instagram seguiva la figlia di 10 anni.

Praticamente io mi sono sostituita alla bimba, che effettivamente si vedeva avesse 10 anni. Siamo andati dalla polizia dopo aver raccolto del materiale, mi mandava infatti le foto del pene, note vocali allusive e alla fine abbiamo fatto denuncia.

Questi sono servizi importanti anche per il lavoro lungo che c’è stato dietro, mesi di lavoro che si porta avanti insieme magari ad altro. Ti senti anche un po’ responsabile di queste storie, faccio un lavoro dove non si può assolutamente prescindere dalla responsabilità nei confronti degli altri.

Volevo chiudere in stile Le Iene, chiedendoti le 3 caratteristiche che ti descrivono.

Aiuto, ora sono io in difficoltà… CURIOSA, TESTARDA e SOGNATRICE, ma potresti chiedere ai ragazzi di Frolla se sono d’accordo con me o hanno altri aggettivi.

Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.

(Confucio)

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